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Attualità della nobile arte del cortigiano

La nobile arte del cortigiano, l’oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone, per essere in grado di sfruttarne il punto debole: a quel punto sarà certo di detenere la chiave del suo cuore. Gli piacciono le donne? Bisogna procurgliene. E’ devoto? Bisogna diventarlo o fare l’ipocrita. E’ di temperamento ombroso? Bisogna instillargli sospetti riguardo a tutti coloro che lo circondano. E’ pigro? Non bisogna mai parlargli di lavoro; in poche parole, lo si deve servire secondo i suoi desideri e soprattutto adularlo continuamente. Se è uno stupido non si rischia nulla a prodigargli lusinghe anche del tutto ingiustificate, ma se per caso – si tratta inverità di una eventualità remotissima – fosse arguto o di buon senso, sarebbe opportuno prendere qualche precauzione.

Paul Henri Thiry d’Holbach, 1723-1789

L’arte dei cortigiani

I filosofi, che spesso sono di cattivo umore, considerano in verità il mestiere del cortigiano come vile, infame, pari a quello di un avvelenatore. I popoli ingrati non percepiscono la reale portata degli obblighi propri di questi uomini generosi che, pur di garantire il buon umore del Sovrano, si votano alla noia, si sacrificano per i suoi capricci, immolano in suo nome onore, onestà, amor proprio, pudore e rimorsi; ma come fanno quegli ottusi a non rendersi conto del costo di tanti sacrifici? Non pensano al prezzo da pagare per essere un buon cortigiano? Qualunque sia la forza d’animo di cui si è dotati, per quanto la coscienza possa essere corazzata con l’abitudine a disprezzare la virtù e a calpestare l’onestà, per gli uomini ordinari resta comunque penoso soffocare nel cuore il grido della ragione. Soltanto il cortigiano riesce a tacitare questa voce inopportuna; lui solo è capace di un così nobile sforzo.

Paul Henri Thiry d’Holbach, 1723-1789