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OpenDataDay 2013 alla radio

Ieri si è celebrato il terzo OpenDataDay. Tra i tanti eventi in Italia e tra questi anche Padova. L’evento è stato ripreso da molta stampa ed è ricercabile con google.

Tra i tanti eventi, uno, si è svolto alla radio. Volete ascoltare la registrazione della puntata su RadioCooperativa? Ed ecco un po’ di spunti per approfondire:

Le vere riforme da fare in Italia

Oggi mi sorprende leggere che tra le priorità per l’Italia ci siano, tra le altre, lo scudo per le più alte cariche dello stato, la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura e la legge sulle intercettazioni. E si insista a proporre il ponte sullo Stretto. Provate a prendere un treno regionale, magari da una stazione secondaria quando le scuole sono aperte e poi ne parliamo …

Credo che per noi, gente comune, che va al mare in campeggio, fa la spesa al supermercato, gira un po’ di negozi in occasione dei saldi, vorrebbe prendere i mezzi pubblici per andare al lavoro, sia giunto il momento di proporci per guidare questo paese. Inutile lamentarsi dei professionisti della politica se ora non ci rimbocchiamo le maniche e non ci proponiamo a guidare il “nostro” bel paese.

Ho quindi riflettuto sulle 5 riforme che, secondo me, servono oggi all’Italia. Non importa essere di destra, sinistra o centro con tutte le sfumature del caso. Serve lo scatto d’orgoglio della gente comune. Idee e gambe per portarle avanti. Ognuno nel suo partito o movimento politico.

Riusciremo, noi gente comune, magari anche padri e madri di famiglia, a dare una svolta a questo Paese? Per una volta niente delega ad altri ma poniamoci noi alla guida di questo paese. Vi chiedo 10 anni di impegno, fino al 2020. Dieci anni in cui tutti noi, ognuno per la sua parte, con le proprie competenze e capacità focalizziamo l’azione politica, costruendo adeguato consenso, su queste 5 riforme prioritarie:

1. Limite ai mandati esecutivi. L’impegno per la gestione della cosa pubblica (non per la rappresentanza politica di un territorio) deve essere a termine. Per quanto bravo uno possa essere, non è possibile che occupi per più di 10 anni consecutivi il ruolo di assessore, sindaco, presidente di provincia o regione, ministro ecc. Tutti i mandati esecutivi devono essere a termine. Un po’ come la carica di presidente degli USA. Non più di 2 mandati. Per tutti.

2. I dati e i documenti prodotti con denaro pubblico devono essere pubblici. Perchè far pagare ai cittadini 2 volte la stessa cosa? Prima con le tasse e poi per ottenerla? Siamo entrati nella società dell’informazione. Il “valore economico” è sempre più anche nei beni immateriali. Pensate a quanto lo stato investe per produrre dati, informazioni, documenti che poi restano proprietà di pochi. Basta una semplice legge. Se sono stati prodotti utilizzando i soldi delle tasse dei cittadini, devono ritornare liberi per ogni scopo. Pensate ad esempio al vantaggio di avere libri scolastici rilasciati con licenza libera che ne permetta il riuso invece che con il tradizionale “tutti i diritti riservati”. A vantaggio non certo dei cittadini. Oppure cosa vuol dire in termine di risparmio utilizzare software libero.

3. Investire in green economy. Se vogliamo dare un futuro ai nostri figli dobbiamo realizzare un mondo sostenibile. Oggi le attività umane hanno un’impronta ecologica non più sostenibile. Si può avere crescita economica rispettando l’ambiente. Investiamoci!

4. Unificare i comuni piccoli. Sono oltre 8 mila i comuni in Italia. Molti al di sotto della dimensione minima di efficienza. Permettiamo ai piccoli comuni di aggregarsi. Migliori servizi a minor costo. Soprattutto in questo momento di crisi.

5.  Quoziente familiare per il calcolo delle tasse. Una famiglia di 5 persone, a parità di reddito complessivo, ha minore capacità contributiva di una famiglia di due persone. Questo è abbastanza evidente. Perchè allora devono pagare le stesse tasse?

Ora sta a noi, gente comune, l’impegno a cambiare l’Italia.

Quasi pronto il dossier scuola del LinuxDay